Home » Amarcord

Miti tricolori 3 : Roberto Pruzzo

2 settembre 2011 3.737 views Nessun Commento

La storia del calcio nostrano ci parla sovente di calciatori che hanno vissuto carriere importanti, sono stati amati dal pubblico, riconosciuti dalla critica ma hanno sorprendentemente giocato poco o quasi mai con la maglia della Nazionale. Un esempio lampante di tutto questa è stato Roberto Pruzzo, attaccante ligure classe 1955 che gli appassionati del calcio anni 80, soprattutto romanisti, si ricorderanno. Classico centravanti, spesso assente dal gioco della squadra ma implacabile nei momenti sotto porta, abile in acrobazia e nel gioco aereo. Pruzzo esordisce in Serie A con il Genoa nel campionato 1973/74 senza collezionare segnature ma preparandosi il terreno per le quattro successive stagioni, dove fra serie A e B totalizzerà 58 gol. Prontamente si segnala agli occhi delle grandi, venendo ingaggiato dalla Roma che al momento non era fra i top club ma aspirava a diventarlo molto presto. L’ investimento finanziario della società capitolina è altissimo ma verrà ben presto ripagato. Dopo un buon inserimento nella prima stagione con 9 reti e un’ importante conferma nella seconda con 12, nel campionato 1980/81 completa la sua crescita e con 18 reti diventa capocannoniere del campionato e la Roma che sfiora lo Scudetto nel controverso testa a testa con la Juventus. La squadra giallorossa è ormai una grande realtà del calcio italiano e Pruzzo ne è il bomber implacabile. L’ anno successivo ancora un titolo di capocannoniere che però non è sufficiente ad inserirlo fra i convocato al Mondiale in Spagna. L’ apoteosi arriva nel campionato seguente, seppur segnando qualche gol in meno, arriva lo Scudetto. Nella stagione 1983/84 il bomber non raggiunge la doppia cifra ma riesce a segnare gol importanti in Coppa dei Campioni, persino in finale al grande Liverpool anche se la prodezza di testa, un suo marchio di fabbrica, risulterà inutile.

Segue un’ altro campionato dove segna meno del suo solito per poi riesplodere prepotentemente nella stagione 1985/86, dove con 19 reti si laurea per la terza volta capocannoniere, portando la sua Roma ad un altro secondo posto. Da ricordare senz’ altro la sua prestazione nel 5-1 casalingo contro l’ Avellino, con il bomber autore di una sensazionale cinquina. Sono le sua ultime imprese degne di nota in maglia giallorossa. Gioca nella Roma altri due campionati venendo impiegato sempre meno con un totale di sole 5 reti. E’ il segno dei tempi, dopo dieci stagioni lascia la Roma e si accasa alla Fiorentina per fare la punta di riserva nell’ ultimo scampolo di carriera. Nel campionato 1988/89 non riesce mai ad andare a rete, ma curiosamente a fine stagione la squadra viola deve giocare lo spareggio per accedere alla Coppa Uefa proprio contro la “sua” Roma. Finisce 1-0 per la Fiorentina e ironia della sorte è Pruzzo a segnare la rete decisiva che sarà anche l’ ultima della sua carriera. Di altro spessore la sua esperienza in azzurro. Il Ct Enzo Bearzot gli preferisce sempre altri attaccanti, così colleziona solo sei presenze con la maglia della Nazionale senza mai segnare e senza avere una ribalta ai Mondiali del 1982 e 1986 all’ indomani di due dei suoi tre titoli di re dei bomber della Serie A.

A cura di Stefano Pieralli

Commenti chiusi.