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I grandi cicli : Sampdoria 1985/92

26 settembre 2011 1.511 views Nessun Commento

Uno dei presidenti più amati e maggiormante ricordati è senza dubbio Paolo Mantovani, vero artefice del “ progetto Sampdoria”, che portò una società senza nessun trofeo in bacheca a vivere anni di grandi sfide e vittorie. Mantovani salì alla presidenza del club nel 1979, portandolo in Serie A nel giro di tre anni. Da subito la squadra si fece notare come una possibile outsider, capace sovente di giocare brutti scherzi anche alle formazioni più blasonate, ma soprattutto cominciò a costruire una squadra che sarebbe salita di lì a poco ai vertici. Il primo tassello fu l’ acquisto di Roberto Mancini, enfant prodige del calcio italiano prelevato dal Bologna e futuro capitano della squadra per quella che sarà una lunghissima militanza in blucerchiato. Dopo i primi due campionati di assestamento e comunque conclusi con buoni piazzamenti e qualche exploit ai danni delle grandi, nel 1984 venne acquistata quella che sarà l’ altra grande stella della squadra ovvero Gianluca Vialli, direttamente dalla Serie B dove militava nella Cremonese. L’ attaccante formerà con Mancini la coppia d’ assi su cui poggeranno le sorti della squadra e che infiammerà la tifoseria. La stagione si chiude con la conquista della prima storica Coppa Italia, è il segnala che la Sampdoria sta crescendo. In campionato vengono raggiunti sempre posti di rilievo ma è nella Coppa Italia che arrivano le maggiori soddisfazioni, infatti ne vengono conquistate altre due nel 1988 e 1989. Dopo aver cominciato a frequentare le competizioni europee arrivò anche la grande ribalta con la finale di Coppa delle Coppe del 1989 contro il Barcellona, conclusasi con la vittoria dei catalani per 2-0. Ma l’ appuntamento era solo rimandato, infatti l’ anno seguente la Samp seppe arrampicarsi nuovamente fino alla finale, stavolta trionfando per 2-0 contro l’ Anderlecht. E’ un altro passo decisivo, dopo le conquiste delle coppe nazionali arriva un trofeo internazionale a sancire la crescente forza e ambizione della squadra. Arriviamo al 1990. Gli ingredienti per fare bene ci sono tutti; a un Vialli desideroso di riscatto dopo un mondiale deludente, si affianca un Mancini nel pieno delle sue potenzialità, in porta un Pagliuca ormai maturo per le grandi platee, la giusta dose di esperienza fornita da Dossena e Cerezo, il dinamismo di Lombardo e in più una squadra cresciuta e rafforzata a dovere. Boskov guida la Samp magistralmente, intuendo che può essere veramente la volta buona. I blucerchiati occupano sempre i primissimi posti senza mai dare l’ impressione di poter cedere e giungono al meritato Scudetto. E’ il giusto tributo al lavoro della presidenza e della guida tecnica di Boskov e a questo punto si guarda al gradito più alto: la Champions League. Inizia la nuova stagione con la Samp che subisce qualche battuta a vuoto in campionato, venendo staccata dal Milan e impossibilitata ben presto a difendere il titolo. Ma in Europa le cose vanno bene. Nella nascente Champions League, ancora non nella sua formula definitiva, la Samp dopo aver superato il primo turno, termina al primo posto il suo girone guadagnando l’ accesso alla finalissima contro il Barcellona nella suggestiva cornice di Wembley.

La partita è tiratissima e si protrae fino ai supplementari, dove solo una bomba su punizione di R. Koeman sblocca il risultato dando la vittoria al Barça. Grande amarezza per la Samp per essere arrivata ad un soffio dal grandissimo traguardo, ma anche la consapevolezza di aver combattuto alla pari con le grandi d’ Europa. Sarà anche l’ ultima partita per Gianluca Vialli, ormai deciso a provare nuove sfide dopo aver resistito nelle passate stagioni alla corte dei top club, accetta l’ offerta della Juventus. Si volta pagine anche in panchina, dopo aver guidato in questi anni la Samp, Boskov saluta la compagnia per accasarsi alla Roma. La Sampdoria avrà qualche altra buona stagione, un’ altra vittoria in Coppa Italia, ma non più i successi di questo esaltante e bellissimo ciclo.

A cura di Stefano Pieralli

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