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Verso il Derby d’Italia: il punto su Inter e Juventus

27 ottobre 2011 2.137 views Un Commento

(di Michele Pavese) Chi lo avrebbe mai detto. Dopo otto giornate di campionato, la classifica mette l‘Inter già dinanzi ad un bivio: o imboccare la strada maestra, quella diritta, perfetta, in cui tutte le grandi squadre prima o poi, durante la stagione, si incanalano per trovare serenità, compattezza e convinzione nei propri mezzi; oppure continuare a sentire traballare lo stomaco, tra curve pericolose e asfalto dissestato.

I nerazzurri, dopo il pareggio nella non semplicissima trasferta di Bergamo, si ritrovano a 8 punti dai rivali di sempre, la Juventus capolista, e peggio ancora, al quintultimo posto in graduatoria, due punti soltanto sopra il Novara terzultimo, invischiati in piena zona retrocessione. E questo proprio alla vigilia della partita più sentita a livello nazionale negli ultimi anni, il Derby d’Italia.
Ma sappiamo tutti che è questione di settimane, poi l’Inter tornerà nella parte della classifica che le è più familiare. Bastano 3 vittorie consecutive, come quelle che ad esempio hanno realizzato i cugini rossoneri, ed ecco che si lasciano problemi, critiche e polemiche alle spalle. Tira aria pesante in Via Durini. Le dichiarazioni di Paolillo nel post-partita di ieri, hanno palesato un nemmeno tanto nascosto malessere, che accompagna la squadra del Presidente Moratti già dalla sfortunata sfida interna contro il Napoli. Alcune decisioni arbitrali non sono piaciute ai piani alti, e anche la squadra inizia a risentire dell’atteggiamento giudicato troppo “severo” da parte degli arbitri nei confronti dei nerazzurri. Il nodo è l’alto numero di rigori subiti(5 in 8 partite), almeno 3 dei quali inesistenti. Non vorremmo però che queste lamentele diventino un alibi, perchè gli 8 punti attuali dell’Inter sono figli di errori di programmazione: prima di tutto nella scelta dell’allenatore iniziale(“sedotto” e abbandonato con le prime avversità), e poi nel mercato(per il secondo anno consecutivo). Se a ciò aggiungiamo un non perfetto stato di forma di giocatori chiave, oltre agli infortuni, tanti, che hanno caratterizzato questo primo scorcio di stagione, ecco che si delinea un quadro più completo per descrivere la “mini-crisi” che si sta vivendo in casa nerazzurra.

Ranieri è indubbiamente un allenatore preparato, abituato a gestire situazioni complicate e giocatori importanti, ma non è sicuramente il più adatto ad effettuare rimonte e a vincere con delle difficoltà, e magari è troppo legato a schemi tradizionali e poco propenso ad adattare il modulo, e i giocatori a disposizione, alle varie necessità. Le uniche note liete in casa interista sono i recuperi ormai pieni di Sneijder e Maicon. Per il resto, il centrocampo e i relativi movimenti, sono ancora tutti da registrare, visto che Stankovic non è al meglio, e Thiago Motta è appena tornato da un infortunio; in difesa ormai Chivu è tornato a fare il centrale in pianta stabile(d’altronde è quello il suo ruolo originario), viste le assenze di Ranocchia e Samuel, che dovrebbero rientrare dopo la sosta. In più, defezione dell’ultima ora, sarà out anche Julio Cesar. Paradossalmente però, il reparto che sembra avere più problemi è l’attacco. L’assenza di Forlan, con il Milito attuale, Pazzini a corrente alternata, e Zarate che va a sprazzi, sta diventando pesante. Il biondo centravanti dell’Uruguay non è che avesse destato particolare impressione nelle prume uscite, ma, sebbene giocasse piuttosto distante dalla porta(inusuale per un rapace d’area come lui), era entrato benissimo nei meccanismi prima del 3-4-3 di Gasp, poi nel 4-3-1-2 di Ranieri, ed era sicuramente l’uomo più in forma.

Contro la Juve bisognerà avere pazienza, e restare il più possibile compatti. I bianconeri sicuramente faranno valere la maggiore atleticità, il maggior dinamismo, la grande carica agonistica, l’aggressività dei centrocampisti(Vidal e Marchisio su tutti), quindi per l’Inter cercare di mettere la partita sul piano atletico o disunirsi ed essere poco equilibrati, potrebbe avere degli svantaggi. Al contrario, bisognerà innanzitutto prestare molta attenzione in difesa, e marcare stretto Matri, l’uomo più in forma tra i ragazzi di Conte, e unico vero terminale offensivo, visto il nuovo ruolo affidato a Vucinic, la cui posizione poteva creare l’unico vero equivoco tattico nella Vecchia Signora. Il montenegrino ormai ha perso quella brillantezza in area di rigore che avevamo ammirato appieno, a dir la verità, solo nel Lecce. Con la Roma, nel modulo di Spalletti, era diventato un esterno offensivo, sacrificandosi molto per la squadra e perdendo pian piano quella lucidità davanti alla porta che lo aveva sempre contraddistinto in precedenza. Conte ha capito che non può mettere sulle spalle del buon Mirko tutto il peso dell’attacco, così contro la Fiorentina lo ha rimesso largo a sinistra, come giocava a Roma, spostando Pepe alto a destra. Dal 4-4-2 messo in campo contro il Genoa, la Juventus è passata al 4-3-3(4-5-1 in fase difensiva), e nel primo tempo contro i viola è sembrato di rivedere quella squadra meravigliosa, a tratti perfetta, presente a tutto campo, che dominò e non fece respirare il Milan 4 settimane fa.

Personalmente credo, e lo dicevo già ad agosto, che questo sia il miglior sistema di gioco che la Juventus possa adottare, per ottenere dei risultati. Certo, questo però sconfesserebbe clamorosamente il credo calcistico di Conte. Ma l’allenatore bianconero si è già reso conto in partenza che il suo famoso 4-2-4 nella Juve sarebbe stato improponibile, soprattutto per il fallimento di Krasic, e per il “mistero” Elia, che avrebbero dovuto fungere da esterni larghi. Meglio affidarsi ad un coperto 4-5-1, il più delle volte, o ripiegare su un classico 4-4-2, schierando gli esterni di centrocampo più difensivi(Pepe e Giaccherini nella fattispecie), con buona pace di Estigarribia, dei già citati Elia e Krasic, e soprattutto di Del Piero e Quagliarella, sempre più ai margini del progetto.
In definitiva, l’Inter dovrà affidarsi all’estro di Sneijder ed augurarsi che gli attaccanti comincino a fare bene quello per cui sono pagati, evitare di buttare via palloni a causa del pressing bianconero, e fare molta attenzione in difesa; la Juventus dovrà cercare di ripetere la partita fatta contro la Fiorentina, magari senza il black-out di inizio ripresa, e sperare che continui il buon momento dei due centrali difensivi.
Come sempre, però, saranno le motivazioni a decretare il risultato finale. Ce ne sono da vendere, da entrambe le parti: l’Inter vuole ritrovarsi, e ha un bisogno disperato di punti per risalire posizioni in classifica, e accorciare il divario; la Juventus vuole continuare a dimostrare di potersela giocare fino alla fine, e distanziare ancora di più una delle pretendenti al titolo finale. E poi c’è sempre la questione aperta di Calciopoli, quindi il clima sarà teso come al solito. Se Inter e Juve vogliono sapere di che pasta sono fatte, questa è la miglior partita possibile per avere delle risposte. Al campo l’ardua sentenza.

Un Commento »

  • Fanciullo dice:

    Complimenti per l’articolo Mister, ben fatto e obiettivo.
    Condivido in toto tutto. ;)