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Inghilterra: l’alternativa è il Tottenham

21 novembre 2011 1.012 views Nessun Commento

di Andrea Ciprandi

Nella stagione che sembra già appartenere al Manchester City, una di quelle che sono ancora lunghe ma rischiano di concludersi senza che ora della fine ci sia mai stata un’inversione di tendenza, la vera alternativa è il Tottenham.

E’ un’alternativa reale: lo dicono la classifica, l’andamento e l’organizzazione della squadra. Dopo le prime due uscite risoltesi nell’ormai lontano agosto in altrettante sconfitte, sonanti più di quanto avesse detto il campo, contro i campioni mancuniani in carica dello United e quelli designati del City, sono venute 8 vittorie su 9 gare. L’unico pareggio, poi, è stato ottenuto sul campo del Newcastle United imbattuto fino a sabato scorso – e tra l’altro appena raggiunto in classifica. Considerando che devono ancora recuperare (e possono vincere) la partita della prima giornata con l’Everton, che è atteso a White Hart Lane, gli Spurs sono oggi potenzialmente terzi a una sola lunghezza dai Red Devils.

Il segreto di questo nuovo, esplosivo e solido Tottenham che da tre stagioni è insolitamente competitivo anche in campionato, questo guardando alla sua storia, sta probabilmente nel manager Harry Redknapp. Il suo arrivo, nell’autunno del 2008, fu decisivo per l’avvio di una cavalcata che portò gli Spurs dalla zona retrocessione all’ottavo posto. Nelle due stagioni successive, quindi, potendo partire dall’inizio seppe condurre i suoi rispettivamente al quarto posto (contemporaneamente a una finale di Coppa di Lega) e poi al quinto. Nella prima occasione strapparono la qualificazione ai preliminari di Champiuons League proprio al City vincendo in trasferta una normale partita di campionato che il calendario aveva però trasformato in una sorta di spareggio; nella seconda invece con un finale in crescendo ma al termine di una stagione di alti e bassi, evidentemente condizionata proprio dagli impegni di Champions, si assicurarono comunque l’accesso all’Europa League.

Da quando è arrivato a White Hart Lane, Redknapp ha letteralmente rafforzato prima e plasmato poi un gruppo potenzialmente fortissimo in ragione del diffuso talento ma che aveva bisogno di una guida sicura per trovare equilibrio. Questo processo è passato dalla valorizzazione di giovani promettentissimi e oggi riconosciuti campioni, quali Lennon, Bale, il reintegrato Walker e lo stesso Modric che nel 2008 aveva solo 23 anni, ma anche da una serie di acquisti mirati (su tutti Defoe, van der Vaart, Sandro e Parker) e dalla gestione di una rosa necessariamente più numerosa che nel passato in cui coesistono giocatori di provenienza ed età diverse e dal differente approccio. Non è semplice gestire attaccanti come Pavlyuchenko e Adebayor, o un Modric sul cui trasferimento si è speculato a lungo, ma nemmeno un trio di portieri come Gomes, Cudicini e il nuovo titolare Friedel e ancora il capitano e il suo vice cioè i devoti e forti ma anche spesso infortunati difensori King e Dawson. Alla fine però con Redknapp tutto quadra, come gli è stato riconosciuto un anno e mezzo fa al che fu nominato ‘manager dell’anno’. Anche per questo la Federazione inglese punta su di lui per il dopo-Capello, nella condivisibile convinzione che sappia assecondare e quindi esaltare più dell’italiano le caratteristiche di detarminati giocatori, ridando alla Nazionale l’impronta atletica che è andata perdendo negli ultimi anni.

Nel complesso, quel che si ravvisa nel Tottenham è la fluidità di gioco che ha fatto grande, mancandogli però di questi tempi, il Manchester United di Ferguson. E’ giusto riconoscergli anche una grande solidità, esteticamente opposta a quella granitica del Manchester City ma ugualmente utile in ragione anche della perfetta organizzazione del gioco e di meccanismi oliati. Tutto questo è la conseguenza diretta di una maturazione graduale e continua, collettiva, con pochi e sempre azzeccati innesti effettuati ogni volta che Redknapp ha ritentuo di dover intervenire sul mercato. Considerato quanto pagano le caratteristiche ricordate e tenendo presente quale equilibrio sia stato raggiunto nelle ultime stagioni, è presto detto perché il Tottenham è dove lo troviamo oggi. E stando così le cose, indipendentemente dal contemporaneo appannamento di alcuni tradizionali protagonisti della Premier League, è facile pronosticare che dietro al City, a maggio, troveremo proprio i Lillywhites. Anche se, capitasse nel frattempo qualche scossone complice la stagione che si dipana su più fronti in Inghilterra e in Europa, non è folle immaginarli addirittura davanti a tutti.

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