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River, marzo fra alti e bassi

1 aprile 2012 1.523 views Nessun Commento

di Andrea Ciprandi

Marzo è stato il mese con più partite giocate: 6 fra campionato e coppa. In particolare, 5 per la B Nacional e una per la Copa Argentina con un bilancio di 3 vinte e 3 pareggiate. Coinciso con un successo l’unico impegno di coppa, in campionato sono però arrivate 2 sole affermazioni col risultato che pur senza aver mai interrotto la propria marcia (l’ultima sconfitta risale ai primi di dicembre, 11 giornate fa), il River non ha ancora spiccato il volo e ad oggi è primo ma a paripunti con l’Instituto che ha giocato una partita in meno.

Contro il Quilmes, nell’ultima delle partite interne che si sono potute disputare al Monumental prima della serie di concerti di Roger Waters che avrebbero tenuto in ostaggio lo stadio per settimane, è arrivato uno 0-0 carico di polemiche. Pur nettamente superiore e sfortunato in occasione del palo di Ponzio, il River non ha saputo però superare la squadra più in forma del momento che era reduce da una stupefacente serie di 5 vittorie consecutive con 17 gol fatti e appena 2 subiti ma che evidentemente su disposizione di Caruso Lombardi ha giocato indietro tutto il tempo. E proprio il focoso allenatore degli ospiti, che tempo due settimane si sarebbe lamentato dello stesso atteggiamento difensivista a oltranza ma questa volta tenuto degli avversari di turno (il Ferro) e storicamente vede rosso di fronte ai ‘millonarios’, ha innescato una polemica sul campo col Chori Dominguez che si lamentava per un presunto fallo da rigore negato; di tutto ciò però ha finito per fare le spese Almeyda, entrato nella polemica e risultato unico espulso fra i tre. Per finire, tanto malaugurato quanto forse decisivo l’infortunio ad Arano, in seguito alla cui uscita la difesa è stata riorganizzata al meglio, come più affidabile non si sarebbe potuto nonostante a comporla fossero ben quattro Under 21: Abecasis, Gonzalez Pirez, Pezzella e Ramiro Funes Mori.

Ma la sfida stagionale col Quilmes non è finita qui. Dopo il 2-0 dato in Copa Argentina allo Sportivo Belgrano in Catamarca per i sedicesimi, infatti, sarà proprio la squadra del sud di Buenos Aires il prossimo avversario in questa insolita competizione parallela ai campionati. Il successo sull’ennesima formazione di Cordoba che ha incrociato il River è stato utile di per sé, per il morale ma anche in quanto occasione data alle seconde linee: Chichizola, Nicolas Domingo e Villalva dall’inizio con Trezeguet e Funes Mori (contemporaneamente all’assenza di Cavenaghi e Dominguez, nemmeno convocati), Cazares, Rios e Cesar Gonzalez dalla panchina hanno contribuito alla causa anche se decisivi sono stati soprattutto i gol di Aguirre e Rogelio Funes Mori.

E’ poi stato il turno del Defensa y Justicia, con un pirotecnico 3-3 che ha impedito alla Banda di guadagnare il primato in classifica approfittando del rallentamento dell’Instituto. A La Plata, una doppietta di Trezeguet (che pure era partito dalla panchina) ha parzialmente rimediato alle pecche di una difesa e un attacco disastrosi, niente a che vedere con quelle che esattamente dieci anni prima avevano schiantato il Boca alla Bombonera in occasione del 3-0 ‘de la vaselina’. Guardando all’oggi, però, la realtà dopo questo incontro era che in cima alla B Nacional c’erano troppe squadre (4, cioè Insituto, River, Quilmes e Rosario Central) in troppi pochi punti (appena 3): un rischio troppo grosso da correre fino al termine del campionato.

Evidentemente allarmati dalla prospettiva di veder dipendere la promozione piuttosto che la partecipazione agli spareggi da un solo punto in più o in meno fatto, tutti al River si sono improvvisamente ridestati e contro il Deportivo Merlo, sul campo considerato di casa di Liniers, è arrivato un sonante 3-0. Già capace di segnare 4 gol in appena 125 minuti entrando dalla panchina, finalmente titolare in campionato Trezeguet ha fatto ancora centro sbloccando il risultato in chiusura di primo tempo. Nella ripresa, poi, la validità del tridente d’attacco deciso da Almeyda (passato dal classico 4-4-2 al suo amato 4-3-1-2 col Chori dietro a Cavenaghi e appunto Trezeguet) ha dato i suoi frutti. Proprio un assist al bacio del Chori, infatti, ha messo Cavenaghi in condizione di realizzare un fantastico gol in volé per il 2-0, questo prima che ancora Cavegol (com’è giusto chiamarlo visti i suoi 17 centri stagionali) siglasse la rete che ha chiuso la partita su imbeccata di Ponzio.

In casa del Gimnasia y Esgrima La Plata, quindi, un nuovo pareggio. Molto meno spettacolare di quella contro il Defensa, la partita giocata nella tana del lupo, nell’impianto del Bosque, ha deluso. Spuntato il tridente d’attacco riproposto da Almeyda: il Chori non è mai entrato nel gioco, Trezeguet si è battuto con volontà ma ha anche sbagliato un gol incredibile da pochi metri e Cavenaghi ha avuto il suo colpo migliore in un suggerimento per Aguirre, proprio allo scadere, che l’esperto centrocampista non ha però saputo sfruttare finendo per calciare sul portiere in uscita. Si sono distinti solo l’uruguaiano Sanchez, un’altra volta padrone della fascia destra e chiamato coi suoi polmoni a supplire alla vena scarsa di Ponzio al centro e insolitamente scarsissima di Ocampos sulla sinistra, e i due fluidificanti di difesa Vella e Juan Manuel Diaz. Per il resto poco o nulla, come fortunatamente però anche da parte dei padroni di casa. Complici l’ennesima vittoria dell’Instituto e i pareggi di Central e Quilmes, al termine della giornata (la 26esima) il River restava secondo solitario ma a 3 punti dalla capolista.

L’ultimo incontro del mese, quello col Ferro Carril Oeste, è stato preceduto da due polemiche. La prima circa una presunta quanto in realtà improbabile incompatibilità fra Cavenaghi e Trezeguet, a cui qualcuno ha pensato dopo l’ultima prova appannata di un attacco dai meccanismi apparentemente poco oliati; la seconda riguardo il campo del Monumental, rovinato per via dei concerti di Roger Waters al punto che si era pensato di giocare ancora una volta in un altro stadio quello che sarebbe diventato il settimo incontro casalingo su 13 lontano da Núñez. Invece no. E proprio sotto gli spalti dell’Antonio Vespucio Liberti la squadra ha dato la migliore risposta possibile a tutti i dubbi sollevati in settimana. Dopo un’ora di sofferenza e un’occasione a favore e una contro sfumate per pochissimo, Ramiro Funes Mori ha infatti segnato il sospirato gol che ha sbloccato la partita a cui in pochi minuti ha fatto seguito la seconda doppietta stagionale di David Trezeguet (spettacolare la seconda rete). Guardando a tutto l’incontro, il 3-0 finale è un risultato forse troppo rotondo ma comunque il giusto premio alla furia che la squadra ha messo in campo quando si prospettava l’ennesimo, frustrante pareggio. Merito certamente ai giocatori, compatti al di là di alcune sbavature, ma innanzitutto ad Almeyda che ha azzeccato in cambi giusti. L’inserimento di Rogelio Funes Mori al posto di un inconcludente Cavenaghi, in particolare, ha dato la scossa: oltre ad aver dimostrato una buona intesa coi compagni, dopo il gol del fratello gemello il giovane attaccante si è infatti procurato il rigore da cui è venuto il raddoppio dimostrando di avere ritrovato la concretezza in area che da lui si pretende. Con questa, su un totale di 27 partite di campionato il River ha chiuso l’undicesima senza subire gol e la decima in cui ha realizzato almeno tre reti.

Più passa il tempo, meno margini di errore ci sono. Ad aprile, poi, sono in programma due partite chiave: i quarti di finale di coppa col Quilmes e la scontro diretto con l’Instituto, al Monumental. Superfluo sottolineare come altrettanti successi potrebbero proiettare la Banda ai vertici del calcio nazionale.

(NdA: articolo scritto per Riverplate.com)

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