Il pagellone della settimana: Barça-Real, show cosmico! All’Allianz Arena l’ultima rivincita?
(di Alessio Nardo) E’ stato il week-end del declino del Milan, dell’avvicinamento juventino allo scudetto, dell’ennesimo fragoroso crollo della Roma, dei fattacci di Marassi. Ma soprattutto, è stato il sabato di Barcellona-Real Madrid. Il vero show, il confronto più bello e spettacolare del calcio moderno, la sfida tra i titani d’Europa e del mondo. Ha vinto Mourinho (finalmente…), ha perso Guardiola (è strano anche a dirsi). Tifo e fazioni si scornano e scontrano (non solo in Spagna, anche da noi, perché il Clasico tira…), e chissà, magari il gran finale, la rivincita delle rivincite, la avremo in Champions, a Monaco di Baviera, il prossimo 19 maggio. Chelsea e Bayern permettendo…
BARCELLONA-REAL MADRID voto 10
Aldilà di simpatie o antipatie, il Clasico, oggi come oggi, è e resta lo spettacolo calcistico migliore al mondo. La sfida tra titani, due entità sovrane a confronto. Stavolta ha vinto Mourinho (dopo quattro successi blaugrana e tre pareggi) ed è un segno del destino. Il Real merita la Liga 2012 per forza e costanza, ed era doveroso concedere una piccola pausa al Barça. Certo, meglio lasciar perdere chi, dopo mesi rinchiuso nei tombini, è tornato a starnazzare decantando l’imminente fine del ciclo blaugrana, e il ritorno sul trono del cosmo dello Special One. L’ultima sfida, quella più sentita, andrà in atto in Champions. Prima a distanza (nelle due semifinali), poi (se il destino vorrà) nella finalissima di Monaco del 19 maggio. In ogni caso, Barça-Real, è l’evento. Non solo per gli spagnoli, ma ormai anche per noi.
RADAMEL FALCAO voto 9
Vien quasi da chiedergli, col dovuto rispetto all’Atletico Madrid: “Ma caro Radamel, che diamine ci sei andato a fare lì?”. Dove per lì intendiamo il campionato spagnolo, dominio pubblico delle due superpotenze. I colchoneros restano una comparsa a livello nazionale, ma in Europa League percorrono chilometri e sognano il secondo trionfo negli ultimi due anni. Impossibile, per Simeone, coltivare tali ambizioni se non ci fosse in squadra lui, Falcao, il bomber dal cognome pesante, il nuovo crak del calcio sudamericano. Colombiano, 26 anni, centravanti di razza con discrete qualità tecniche, forza fisica disumana ed un senso del gol straordinario. Un Pippo Inzaghi dai piedi buoni, l’hanno definito. Non male. Radamel sta offrendo spettacolo nell’Europa di Serie B (già vinta un anno fa col Porto) e anche nella Liga, con i suoi 22 gol (più di Benzema, Higuain e Sanchez). Che sia il definitivo trampolino di lancio verso una carriera (ed un team) ancor più importante?
ANTONIO CONTE voto 8
Ha ormai le mani nella marmellata. Non quella maleodorante del calcioscommesse (staremo a vedere che sviluppi avranno le accuse dell’ex senese Carobbio), ma quella saporita e gustosa dello scudetto. Un aiuto, al buon Antonio, gliel’ha dato certamente il Milan, capace di perdere ben sette punti sui rivali in poche giornate (da +4 a -3). Ma Conte e la sua Juventus hanno avuto l’enorme merito di crederci sempre e non mollare mai. Diciannove vittorie, quattoridici pareggi, zero sconfitte. Dati che fanno paura, così come la Signora in campo. Sempre perfetta, cinica, aggressiva, intensa. A dir poco micidiale e perché no, anche umana e generosa. Contro la Roma, un qualsiasi tifoso juventino in panchina avrebbe ordinato: “Sotterriamoli!”. Invece Conte si è messo una mano sul cuore, rispettando l’inerme avversario ed evitando di disintegrarlo. Per qualcuno è la massima espressione dell’umiliazione. In questo caso, è sembrato più un gesto da signore.
ALEJANDRO GOMEZ voto 7
Merita una citazione importante questo 24enne jolly argentino, autentico pupillo di Vincenzo Montella. Un trequartista che si è trasformato in giocatore eclettico, capace di giostrare al meglio in ogni zona del campo: a supporto delle punte, sulle due fasce, da secondo attaccante, all’occorrenza anche da centrocampista aggiunto. Piace il modo in cui lavora e si applica. Sempre a testa bassa, mettendoci cuore e muscoli ed un pizzico di qualità che non guasta. Catania lo ama, ma è pronta a separarsene (a malincuore) qualora dovesse sopraggiungere un’offerta importante da una big. Per ora “el Papu” non ci pensa e si diverte. Il gol all’Atalanta, realizzato sabato sera al “Massimino”, è un capolavoro da incastonare nell’album dei dolci ricordi.
CALCIOSCOMMESSE voto 6
Un voto positivo ad una vicenda così orrida, squallida e malinconica? Sì, è un paradosso, ma ci sta. Il calcioscommesse, da sempre, è una piaga di questo sport. Trent’anni fa come oggi, la storia è sempre la stessa. A dir poco disgustosa, con retroscena raccapriccianti, autogol volontari e altre oscenità. Quel che ci si augura è che finalmente, l’ennesimo scandalo sportivo a tinte verdi, bianche e rosse possa avere degli effetti positivi. Uno su tutti è già lampante. Mentre nelle scorse stagioni eravamo abituati ad assistere a partite “farlocche” di fine stagione, con risultati scontati e gol “stravaganti”, stavolta sta accadendo il contrario. Ovvero, che persino le compagini prive di apparenti motivazioni si giochino l’anima in campo, mettendosi al riparo da qualsiasi sospetto. E’ il caso del Cesena, straultimo, che non perde da cinque giornate ed è imbattuto da un mese.
ANTONIO DI NATALE voto 5
Il cuore grande di Totò meriterebbe un undici. Anzi, un ventimila. Il suo gesto nei confronti della sorella disabile dell’ex compagno Morosini (rimasta orfana di due genitori e senza fratelli), è da standing ovation eterna. Un qualcosa di splendido, che pochi altri campioni avrebbero fatto. Di Natale, per questo, meriterebbe solo elogi. Sul campo, di recente, le cose non vanno per il meglio. Solo due reti nelle ultime otto partite (al Friuli con Napoli e Parma) ed un gol in trasferta che manca addirittura da febbraio. Nell’anticipo di sabato pomeriggio, il fuoriclasse bianconero ha avuto a disposizione almeno due chance da concretizzare ad occhi chiusi. Le ha fallite. L’Udinese è sempre a tre punti dal 3° posto, ma per sognare il secondo accesso consecutivo ai preliminari di Champions avrà bisogno del miglior Totò nelle ultime cinque sfide. A cominciare dai due confronti di “fuoco” con Inter e Lazio.
CROLLO MILAN voto 4
Signori, dov’è il Milan? Un crollo autentico e improvviso, di una squadra che sino ad un mese e mezzo fa volava stradominando un po’ dappertutto. Il Diavolo sembrava destinato a non fermarsi più. Primo in classifica a +4 dalla Juve, ai quarti di Champions e ancora in corsa in Coppa Italia. Dal potenziale triplete si è passati allo spettro degli “zero titoli” (aldilà della Supercoppa Italiana conquistata lo scorso agosto). Da briviidi. Sette punti “regalati” alla Juve in campionato, duplice confronto europeo perso col Barcellona meno stellare degli ultimi tre anni, sogno Coppa Italia andato in fumo in semifinale, ai supplementari, contro i bianconeri. Una serie dolorosa di schiaffi e prestazioni sottotono, comprese le ultime tre con Fiorentina, Chievo e Bologna. Ormai ad un passo dal “mini-fallimento” è bene porci un quesito. Siamo sicuri che Allegri resterà in sella anche il prossimo anno?
FIORENTINA-INTER voto 3
Ti addormenti sabato sera dopo aver visto Barcellona-Real Madrid e ti risvegli domenica mattina, accendendo la tv e gustandoti Fiorentina-Inter. E’ un po’ come aprire gli occhi e scoprire che accanto a te c’è Tina Pica, dopo una notte di sesso selvaggio con Belen Rodriguez. Lo sport, sulla carta, è lo stesso: il calcio. Ma viene praticato a ritmi, velocità e tecnica totalmente differenti. Tra blaugrana e merengues l’intensità è stata stellare, il livello agonistico al top. Fiorentina-Inter? Un’ottima cura per l’insonnia. Due squadre lentissime, svogliate, senza nerbo, spente. Eppure le motivazioni, in teoria, erano al massimo. Viola con l’obbligo dei tre punti per la salvezza, nerazzurri a caccia disperata di un posto in Europa. Niente, nada de nada. Giusto un rigorino parato da Julio Cesar a Ljajic. Per il resto, zero emozioni. E una gran tristezza.
SABATINI-BALDINI-LUIS ENRIQUE voto 2
Nuova straordinaria esibizione teatrale del trio comico giallorosso. Forse siamo troppo severi e cattivi, ma del resto il campo decanta sentenze micidiali. La Roma, in particolar modo in trasferta, è una costante sciagura. Imbarazzante, disastrosa. Settima sconfitta nelle ultime nove gare giocate fuori casa, dodicesima lontano dall’Olimpico, qunidicesima complessiva in stagione. Numeri che già di per sé evidenziano dei problemi enormi. Se poi si va a fondo, osservando da vicino il comportamento dei giocatori a Torino contro la Juventus, capiamo che c’è di più. Sulla carta? Partita dura, durissima. Quasi impossibile. Ovvio, non serviva un genio. Ma un tecnico ha il dovere di preparare al meglio un evento. Invece? Dopo otto minuti 2-0 per la Juve, dopo ventisette minuti 3-0 per la Juve, dopo cinquantadue minuti 4-0 per la Juve. Disfatta, Waterloo, Caporetto. Luis a fine gara non si dimette e non spiega i motivi dell’imbarcata, Sabatini dice (in sostanza) che va tutto bene e si va avanti così, Baldini risulta assente ingiustificato. Ma tutto questo, vi pare normale?
LAMELA & LICHTSTEINER voto 1
Juve-Roma non è stata una partita. Mai. Dal primo al novantesimo minuto. Eppure, abbiamo ammirato anche un duello di nervi tra due calciatori. Più che uomini, due fanciulli dell’asilo nido. Si stavano già beatamente sulle palle dallo scorso gennaio, Lamela e Lichtsteiner, da quando si beccarono faccia a faccia dopo l’espulsione dell’argentino in Coppa Italia (per calcio a palla lontana su Chiellini). Si sono ritrovati domenica sera e la seconda “collisione” è stata inevitabile. Normale contrasto di gioco nel finale di gara, provocazione dello svizzero “alla Totti” (quattro a zero, muto e a casa) e reazione sconsiderata del Coco, con tanto di sputazzetto sul petto del difensore bianconero. Una scenetta irritante. A dir poco.
FATTI DI GENOVA voto 0
Infine, come non parlare del Fatto con la F maiuscola di questa trentaquattresima giornata. L’obbrobrio di Genova è l’emblema dell’esasperazione del nostro calcio. Ok, il Genoa sta andando malissimo, oltre ogni previsione più negativa. E la B è lì, ad un passo. Ma lo sport è un’altra cosa. E’ fatto di vittorie e sconfitte, e un pubblico (seppur non nella sua totalità) non dovrebbe mai e poi mai concedersi atteggiamenti del genere. Gara interrotta, giocatori impegnati a “trattare” con gli ultras, invitati a togliersi la maglia per il disonore. Insomma, si sta esagerando. Passi la rabbia per uno 0-4 casalingo col Siena, ma esiste un limite. Deve esistere. Tutto ciò denota ancor di più l’insufficiente dispiego di forze dell’ordine negli impianti sportivi (dato che alla fine comandano sempre e solo gli pseudotifosi esagitati) e soprattutto l’inutilità dei provvedimenti governativi adottati negli ultimi anni. Dai tornelli ai biglietti nominali, passando per la Tessera del Tifoso. La propaganda è finita, è tempo di agire seriamente a tutela degli spettatori sani e corretti.