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Argentina, si riparte!

4 agosto 2010 1.512 views Nessun Commento

Ricomincia questo fine settimana il campionato argentino. Più precisamente prende il via l’Apertura 2010, il torneo locale che si svolgerà nel corso dell’ultimo semestre dell’anno in corso.

Campione in carica è l’Argentinos Juniors che fu di Claudio ‘el Bichi’ Borghi, ora seduto sulla panchina del Boca Juniors. Il ‘bicho colorado’, com’è soprannominata la squadra della Paternal, un quartiere di Buenos Aires, è tornato a vincere il campionato venticinque anni dopo gli unici trionfi nazionali che aveva ottenuto nel suo secolo abbondante di storia, a cavallo fra 1984 e 1985, con Borghi allora in campo, ai quali seguirono niente meno che la conquista della Coppa Libertadores e una Finale sfortunata ma epica di Coppa Intercontinentale persa contro la Juventus di Platini.

La recente affermazione dell’Argentinos è venuta immediatamente dopo quelle di Banfield e Velez Sarsfield, che a loro volta avevano seguito di poco quella di un’altra sorpresa degli ultimi anni, il Lanus. Nel mezzo, il 33° titolo del River Plate e il 23° del Boca Juniors, quest’ultimo al termine di un drammatico spareggio a tre che quasi non si aggiudicava il Tigre, altra squadra di secondo piano, a testimonianza della piccola rivoluzione calcistica che sta avvenendo in Argentina negli ultimi anni e di cui il secondo posto dell’Huracan, dodici mesi dopo, è una delle tante conferme.

E’ indubbio che i capitali sempre più scarsi a disposizione dei due colossi locali, infatti, abbiano causato una riduzione di distanza rispetto ai Club che a partire dalla fine dagli anni Ottanta (quando sempre per questioni finanziarie era praticamente fallita l’esemplare polisportiva del Ferro Carril Oeste) si erano accontentati di vivacchiare ai margini dell’impero dei protagonisti del Superclasico. L’abbandono della Presidenza degli Xeneizes da parte dell’imprenditore Mauricio Macri e la gestione sciagurata delle casse del River da parte dell’ex presidente Aguilar, oggi sostituito da Passarella, sono stati due fattori decisivi in questa fase di transizione. Oggi i Millonarios, dopo aver ceduto in Brasile ed Europa pezzi da novanta che fossero rimasti avrebbero fatto di questo Club il più grande al mondo, possono contare oltre che sull’intraprendenza del neopresidente anche sull’esperienza dell’ex tecnico dell’Huracan dei miracoli, quello di Pastore e Defederico per intenderci che, come detto, sfiorò il titolo: Angel Cappa. E’ a lui che la Società ha affidato la restaurazione, contando anche sul bel gioco che questo tecnico di grande esperienza riesce sempre a far esprimere e che tradizionalmente contraddistingue anche la squadra con la Banda Roja. Il Boca, invece, dopo che Basile se n’era andato in Nazionale avendo vinto ogni singolo torneo a cui avesse preso parte con la squadra della Ribera, non è praticamente più riuscito a risollevarsi. Arrivati nell’ultimo campionato a sfiorare il record negativo degli odiati cugini, che un anno e mezzo fa erano stati capaci di arrivare ultimi in classifica appena sei mesi dopo essersi laureati campioni, gli ‘azul-oro’ hanno dovuto fare i conti, oltre che una crisi tecnica, con una lotta intestina fra i due idoli Palermo e Riquelme, il secondo dei quali è stato avversato per questioni personali anche dall’ex c.t. della Nazionale, Maradona.

La squadra più forte e soprattutto continua degli ultimi anni è certamente l’Estudiantes dell’intramontabile Veron, arrivato secondo per un punto nell’ultimo campionato ma in grado di vincere la Coppa Libertadores 2009 (perdendo poi la finale del Mondiale per Club contro il Barcellona, ma solo ai supplementari) e di arrivare all’atto conclusivo anche della scorsa Sudamericana.

Della massima serie (la Primera Division) non fa quest’anno parte il Rosario Cantral, non per niente saccheggiato da parecchi Club europei. La retrocessione di una delle due squadre di Rosario (l’altra è il Newell’s) ha fatto davvero notizia ma assai più stupisce il fatto che il River Plate sia invischiato nella lotta per non retrocedere. Il fatto che si possa affermare ciò prima ancora che inizi la stagione non deve stupire: in Argentina infatti si giocano ormai da pareccheie stagioni due campionati maggiori corti all’anno (Clausura e Apertura) ognuno dei quali laurea un campione, mentre retrocessioni e conseguenti promozioni dalla cosiddetta Primera B Nacional avvengono solo a fine anno e in base al Promedio, la media dei punti ottenuti nella massima serie negli ultimi tre anni, o meno se una squadra è stata di recente promossa. E’ questo il motivo per cui il River ha già una preoccupante situazione pregressa, anche se questo stesso meccanismo non aveva comportato la perdita di categoria quando, come accennato, arrivò ultimo in classifica.

Per concludere, di questa Primera Division fanno parte venti squadre: addirittura sette sono di Buenos Aires e altre sei dell’area suburbana della Capitale, due di La Plata e quel che resta dell’entroterra, vale a dire l’Interior. Una favorita? Il River del redivivo Buonanotte e del cannoniere Pavone e il solido Boca con la nuova difesa a tre di Borghi paiono potersi riprendere, ad allenare il San Lorenzo è tornato Ramon Diaz, l’Estudiantes ha ancora il quotatissimo Sabella, il Banfield si affida a Falcioni, il tecnico con cui vinse nel 2009, esattamente come l’Independiente conta sul Tolo Gallego, i rivali del Racing hanno Miguel Angel Russo, già vincitore con Boca e Velez, e proprio il Velez, fra le squadre che più occasioni hanno perso in quest’ultimo lustro nonostante ben due titoli sia anche riuscito a portarli a casa, continua a essere nelle mani dell’ultimo allenatore con cui ha vinto, Gareca. Insomma, sfido chiunque a fare un nome certo.

di Andrea Ciprandi

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