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Barcellona in Europa League dopo quasi vent’anni

13 dicembre 2021 477 views Nessun Commento


Al sorteggio di agosto questa realtà era impronosticabile, perché escluso lo stellare Bayern Monaco non vi erano grandi ostacoli che potessero compromettere la qualificazione agli ottavi di Champions League del Barcellona. Il Benfica, mentre la Dinamo Kiev è abbordabilissima, non è certo una squadra di basso livello, ma la figura del Barcellona è una delusione epocale. Infatti la classifica, alla 6ª giornata di UCL, parla chiaro: Bayern ovviamente primo a punteggio pieno, poi inaspettatamente le Águias, gli ucraini sono eliminati e il Barça scivola in Europa League. O meglio, ai play-off di EL per raggiungere gli ottavi di finale della seconda competizione europea.

Per gli Azulgrana solo due vittorie di “corto muso”, entrambe con la Dinamo, poi un pareggio a reti bianche e una sconfitta per 3-0 con i portoghesi, ed infine altri due 3-0 con il Bayern di Monaco. Solo due gol segnati, nove subiti. 7 punti in un giorno dove l’unica paura erano i tedeschi. Risultati raccapriccianti per i catalani.

Analizziamo di che cosa è figlia questa retrocessione, apice di un biennio di delusioni e difficoltà per il Barcellona.

COSA C’È ALL’ORIGINE DEL FALLIMENTO DEL BARCELLONA?

L’ultimo esempio di un autentico Barça vincente e “galattico” lo si ha nel 2015, anno dello storico triplete sotto la guida di Luis Enrique. Quella data è importante, perché sarà per i catalani ovviamente una gioia immensa, che però riserverà a loro insaputa grandi delusioni nel lungo termine.

Analizziamo prima i giocatori. Nel 2015 scendevano in campo Ter Stegen, Dani Alves, Piqué, Mascherano, Jordi Alba, Rakitić, Busquets, Iniesta, Messi, Suárez, Neymar; in panchina spiccavano invece Xavi e Pedro, protagonisti delle vittorie dell’era Guardiola.

A distanza di sei anni sono rimasti solo quattro giocatori di quella rosa, vale a dire Ter Stegen, Piqué, Busquets e Dani Alves (che a dire la verità è tornato da un mese). Sei anni sembrano tanti ma il Barcellona nel 2009 e nel 2012 ha vinto la coppa dalle grandi orecchi con gran parte di questi calciatori, ed è una squadra che di solito ha atleti abbastanza fedeli e duraturi nella loro esperienza spagnola. Dal triplete infatti quel Barça si è via via sgretolato, perdendo grandi nomi e sopratutto la mentalità vincente. Nel 2015 ha assistito agli addii di Xavi e Pedro, nel 2016 a quello di Dani Alves (che è tornato a novembre scorso), nel 2017 salutò Neymar, nel 2018 invece Mascherano e Iniesta, nel 2020 cedette Rakitić e Suárez e nel 2021 quello clamoroso del suo capitano Lionel Messi, già in rottura con la società l’anno prima.

Iniesta, Xavi e Messi sono l’emblema della Masía, il rinomato settore giovanile blaugrana. Durante la presidenza di Josep Maria Bartomeu dal 2014 al 2020, uomo colpevole di aver polverizzato una delle squadre più forti di sempre, invece di rimpiazzare le grandi partenze con talenti cresciuti in casa, peculiarità unica del Barcellona che sta alla base dei successi degli anni 2000, i giovani sono stati accantonati preferendo loro calciatori già pronti da acquistare a cifre folli. Basti pensare su tutti a Coutinho, Dembélé e Griezmann, i cui cartellini sono costati in totale circa 400 milioni euro e i quali non hanno ripagato le aspettative su di loro. Per non parlare di altri acquisti costosi ed inutili, come Pjanić, Vidal o Malcolm, che al Barça hanno solamente aggravato la situazione del bilancio. Al contempo sono stati bruciati molti giovani, ad esempio venne data poca fiducia ad un 21enne Carles Pérez che all’epoca si era messo in mostra segnando in Champions League.

Possiamo quindi riassumere l’era Bartomeu come un fallimento, che ha creato danni sia alla filosofia calcistica azulgrana, preferendo acquisti faraonici alla crescita di talenti in casa, sia di conseguenza economici, questi ultimi aggravati poi dalla situazione pandemica che ha ucciso ancor di più le casse del Barcellona.

Oltre alla lunga serie di acquisti inopportuni, che hanno di fatto oscurato l’identità blaugrana, c’è da dire che per il capoluogo della Catalogna sono passati allenatori deludenti dopo Luis Enrique: prima Valverde dal 2017 al 2020, poi Koeman.

Quest’ultimo si è trovato con una squadra completamente di transizione, con da una parte i senatori Messi, Piqué e Busquets, dall’altra tanti degli acquisti sbagliati già citati. Inoltre, non è riuscito a portare buoni risultati a Barcellona: le tante sconfitte pesanti in Champions e in Liga, e il brutto calcio praticato sono i motivi che hanno spinto la dirigente ad esonerarlo dopo un anno di servizio in cui ha messo in bacheca perlomeno una Copa del Rey.

Un primo segnale di speranza arriva a marzo 2021, quando torna presidente del club Joan Laporta, sotto il quale si attuava vent’anni fa la cultura della cantera. L’annata però è negativa, come già detto, e bisogna salvare la successiva stagione 2021/22 scegliendo una persona più adatta rispetto a Koeaman. Laporta la vede in Xavier Hernández Creus. Arriva quindi in panchina ad inizio novembre, avvisando il mondo che il Barcellona sta ritrovando la sua identità, l’inizio della rinascita. Xavi per ricordare le gesta del Barça del tiki-taka riporta Dai Alves a casa. In più con lui sono protagonisti in rosa tanti ragazzi delle giovanili: Ansu Fati, Gavi, Eric García, Álex Baldé, Riqui Puig, Nico González, per non dimenticare Pedri, acquistato a 18 anni dal Las Palmas, che però anche – e soprattutto – lui è considerabile il futuro della squadra.

Si respira freschezza, ma i danni di Bartomeu e del malcapitato Koeman rimangono. In un mese Xavi non riesce a rivoluzionare la squadra, ci vuole ancora tempo. È quindi inevitabile per lui questa non qualificazione agli ottavi, che non arrivava dalla stagione 2003-2004.

Dobbiamo comunque ritenerci fortunati ad assistere a questa situazione. Il Barcellona da adesso può risorgere, seguendo il vecchio modus operandi che gli ha fatto vincere tutto quello che si poteva alzare al cielo. Quella in atto è la ricostruzione di una squadra, guidata dalla classe di una nuova generazione di fenomeni che chissà, magari potrebbe in futuro scrivere un nuovo capitolo della gloriosa storia del Barça.

A cura di Francesco Del Gatto (fonte: https://francescosmind.altervista.org/barcellona-in-europa-league-dopo-ventanni-la-disamina-di-francescos-mind)

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