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Miti tricolori 5 : Gianfranco Zola

7 settembre 2011 3.191 views Un Commento

Quella di Gianfranco Zola è la storia di un calciatore dai grandissimi mezzi tecnici, capace di giocate esaltanti e numeri ad effetto, ammirato sì in Italia ma autentico idolo in Inghilterra. La sua ascesa al grande calcio inizia nel 1989 a 23 anni, quando il Napoli lo scova in C1 nella Torres. Il talentuoso fantasista cresce all’ ombra di Maradona prendendo parte al vittorioso campionato nelle file dei partenopei e segnalandosi subito per le sue doti tecniche e balistiche, proponendosi inoltre come uno dei maggiori specialisti sui calci piazzati. Quando “ El Pibe de Oro” lascia, la sua maglia viene ereditata dal giocatore sardo che si erge a trascinatore della squadra per un totale di quattro stagioni, nelle quali dispensa giocate e gol. Nel 1993 i problemi finanziari del Napoli rendono inevitabile la sua partenza con destinazione l’ ambizioso Parma. In Emilia compie l’ ultimo stadio della sua maturazione totalizzando nelle prime tre stagioni ben 47 reti, dando un contributo determinante alla conquista di una Coppa Uefa e di una Supercoppa Europea, facendo crescere il Parma al punto di competere per lo Scudetto. Finisce la gestione Nevio Scala e nel 1996 approda sulla panchina emiliana Carlo Ancelotti. C’ è chi afferma che tra il tecnico e il giocatore non ci siano buoni rapporti, chi parla di motivi prettamente tattici, sta di fatto che improvvisamente nel novembre dello stesso anno Zola lascia il Parma per volare in Inghilterra al Chelsea, nuova meta dorata per i giocatori del nostro campionato.

La sua avventura oltremanica comincia subito alla grande, basti pensare che viene nominato miglior giocatore del campionato nella sua prima annata. Nella stagione 1997/98 arrivano le vittorie in FA Cup, Coppa delle Coppe (suo il gol decisivo in finale  allo Stoccarda ndr) e successivamente alla vigilia della stagione successiva anche in Supercoppa Europea contro il Real Madrid. A Londra è già un idolo acclamato, venendo ammirato in tutto il Regno Unito per le sue giocate sopraffine e per i gol spesso spettacolari. Nel 2003 decide di ritornare in Italia, nel “ suo ” Cagliari, mantenendo fede alla parola data al presidente Cellino nonostante le insistenze della nuova proprietà russa di Roman Abramovich che voleva trattenerlo ancora a Londra.

Questo episodio sintetizza l’ integrità morale e la correttezza in campo e fuori del personaggio Gianfranco Zola, uomo sempre positivo e mai sopra le righe. In Sardegna disputa una campionato di Serie B, guidando il Cagliari ad una pronta risalita seguita dal successivo campionato di Serie A conclusosi con un buon piazzamento. Si ritira nel 2005 con il ringraziamento e l’ ammirazione di tanti appassionati. Con la maglia della Nazionale disputa 35 gare condite da 10 reti, un bottino non disprezzabile ma non all’ altezza delle prestazioni con le squadre di club, inoltre il grande rammarico di non essere stato protagonista nelle grandi competizioni a cui ha avuto modo di prendere parte con i colori azzurri; i Mondiali negli Usa ( ingiusta espulsione con conseguente squalifica ) e gli Europei nel 1996 in Inghilterra, dove addirittura fallisce il rigore del possibile passaggio ai quarti di finale contro la Germania. Zola resta uno dei giocatori di maggior talento dell’ ultimo ventennio, capace di raccogliere consensi positivi e importanti riconoscimenti in misura maggiore all’ estero che nel campionato italiano.

A cura di Stefano Pieralli

Un Commento »

  • Andrea dice:

    A mio parere tecnicamente il più grande calciatore italiano degli ultimi 20 anni.. Tutti eleggono Baggio, io dico Zola..più potente, più imprevedibile, più rapido, più goleador (quanti rigori ha battuto Baggio). Negli anni del Parma un giocatore immarcabile. Il suo problema, la personalità e la freddezza: in Nazionale non rendeva, Baggio invece tirava fuori il meglio di se. Troppo emotivo il primo, glaciale e sicuro il secondo. Ed è in Nazionale che si scrive la storia.