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Serie A: il pomeriggio degli orrori romanisti. Il Milan sbanca l’Olimpico dopo sei anni

29 ottobre 2011 1.316 views Nessun Commento

(di Alessio Nardo) Vince il Milan e lo fa da grande squadra. Senza incantare, sfruttando le occasioni a sua disposizione e dimostrando di saper soffrire nei momenti più caldi. Perde la Roma e lo fa da solita squadra ingenua. Troppo leziosa e presuntuosa davanti, costantemente ballerina dietro. Risultato finale? 3-2, Milan che non sbancava l’Olimpico giallorosso dal 2005. Doppietta di un ritrovato Ibrahimovic e gol di Nesta, per la Roma reti Burdisso e Bojan. Il Diavolo stacca in classifica il Napoli (sconfitto 2-1 a Catania) portandosi a 17 punti. Capitolini fermi a quota 11.

La “sorpresina” di Allegri in avvio è il tandem offensivo Ibrahimovic-Robinho con Boateng trequartista. Fuori il grande ex Cassano, rientra Van Bommel a metà campo e sul versante sinistro difensivo si posiziona Zambrotta. Nella Roma, Luis Enrique rilancia Juan al centro della difesa (Heinze in panchina), preferisce Pizarro a Perrotta in mediana e piazza Borini al fianco di Osvaldo in attacco. Partono forte i giallorossi, dispensando sprazzi di buon gioco e impensierendo Abbiati. Come sempre si soffre dietro, soprattutto sulle corsie esterne evidentemente mal coperte. Basta un affondo al Milan per segnare, esattamente al 17′: Aquilani, liberissimo a destra, scodella al centro per Ibrahimovic che sovrasta Juan e la piazza sul primo palo. Roma stordita? Un po’, ma gli ospiti non affondano il colpo. La direzione dell’arbitro Damato? Meglio sorvolare. Il solito “ruvido” Van Bommel deve commettere ben tre falli da ammonizione per rimediarne una. Al 28′ i padroni di casa trovano un calcio d’angolo casuale; va Pjanic di sinistro e Burdisso, di testa, anticipa Zambrotta festeggiando l’1-1. Come già accaduto a Genova, il gol non esalta la Roma. Anzi, la spedisce misteriosamente in bambola. Da par suo il Milan, da squadra esperta e logica, si riporta in avanti e conquista un corner. Sfera scodellata in area ed ecco Alessandro Nesta, memore degli anni trascorsi da capitano laziale, libero di saltare e sferrare il colpo mortale alle spalle di Stekelenburg. Olimpico stufo e stanco di osservare le arcinote amnesie da bambini della scuola calcio. Sta di fatto che il primo tempo si chiude sul 2-1, con Robinho che lamenta un pugno di De Rossi a palla lontana (Damato non se ne avvede) e l’infortunio di Borini. Lesione ai flessori della coscia destra: dentro Bojan.

La Roma riparte nella ripresa con un pelino in più di convinzione. Più che il traversone dall’esterno si cerca il taglio in verticale. Provano ad entrare in area tutti, ma ogni volta c’è un piedino rossonero a dir di no. Ergo si tenta la via del calcio piazzato. Pjanic al 58′ prova la botta su punizione, Abbiati è stratosferico nella deviazione in corner. C’è Lamela nella Roma, fuori Gago. Nel Milan entra Emanuelson al posto di Boateng (subito espulso dalla panchina per motivi incomprensibili). I capitolini comandano il gioco e tentano d’aumentare la pressione, ma è sempre difficile per De Rossi e soci arrivare al tiro. Al 71′, su calcio d’angolo, la palla spiove a giro dalla sinistra e Osvaldo, sottomisura, la tocca trovando una clamorosa deviazione di Abbiati. E’ nettamente la miglior gara stagionale del portiere milanista, fin qui autore di papere e pasticci. E’ il rimpianto che placa i bollenti spiriti della Roma (con Heinze al posto di Juan) ed esalta la voglia di contropiede del Milan (c’è Cassano, non più Robinho). Non appena i giallorossi diminuiscono l’intensità del gioco, il Diavolo fa male. Malissimo. Al 78′ difesa ferma, immobile, assente. Altro traversone dolce di Aquilani dalla destra, Ibrahimovic non ha nemmeno bisogno di saltare. Da fermo incorna e batte ancora Stekelenburg. E’ finita, potrebbe esser finita, dovrebbe esser finita. Anche perché il Milan continua ad andare a nozze nelle praterie lasciate a disposizione da una Roma a pezzi (incredibile l’occasione fallita da Nocerino ad un metro dalla porta). All’87′ Lamela va in percussione solitaria e conclude di sinistro, Abbiati respinge e Bojan la spinge dentro a porta vuota. L’Olimpico si rianima, chiede a gran voce il miracolo. Allegri, chiassoso e isterico, getta nella mischia Ambrosini (fuori Nocerino) poi si fa espellere per proteste. Damato concede quattro minuti di recupero ma non li fa rispettare. Il Milan perde tempo e l’extratime effettivo non va oltre i due minuti. Il cuore romanista non basta, finisce 3-2. E stavolta, per Luis Enrique, è dura da mandar giù.

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