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I Campioni degli altri: Cruijff

9 gennaio 2012 1.745 views Nessun Commento

(A cura di Stefano Pieralli) Potremmo definire Johan Cruijff in vari modi e con tanti appellativi come il profeta del gol, il divino, l’ alfiere del calcio totale, il prototipo del calciatore moderno, sta di fatto che l’ olandese è stato uno dei più grandi calciatori del dopoguerra. Nato ad Amsterdam nel 1947, legherà gran parte della carriera all’ Ajax, squadra in cui cresce attraverso le giovanili fino ad imporsi in prima squadra a livelli internazionali. Le sue caratteristiche principali sono chiare ed evidenti: su una meticolosa preparazione atletica, poggiavano delle doti tecniche straordinarie, unitamente ad un senso dell’ anticipo e rapidità fuori dal comune che lo rendevano un attaccante atipico e imprendibile senza oltretutto disdegnare compiti di copertura. Inoltre era la sua capacità di svariare su tutto il fronte dell’ attacco, snaturando parzialmente il ruolo di attaccante, a non dare punti di riferimento agli avversari per poi tramortirli con rapidi inserimenti. A metà degli anni sessanta con l’ avvento di Rinus Michels alla guida dell’ Ajax inizia il periodo d’oro. Cruijff diventa rapidamente il fiore all’ occhiello di una squadra che in pochi anni trionfa per tre volte nel campionato olandese fino ad arrivare alla finale di Coppa dei Campioni contro il Milan. La sconfitta contro i rossoneri è solo il preambolo di tre successi consecutivi nella massima competizione europea che innalzano agli onori della cronaca l’ Ajax e, più di tutti, il talento del suo numero 14 (un vero marchio di fabbrica), ormai stella di prima grandezza e vincitore dei suoi primi due palloni d’ oro. Nel 1973, dopo aver portato il suo Ajax sul tetto del mondo con la vittoria della Coppa Intercontinentale, passa all’ ambizioso Barcellona che ha bisogno di un asso per rilanciarsi. Il suo impatto nella Liga spagnola è devastante: trascina i blaugrana dai bassifondi della classifica alla vittoria finale, costellando il percorso da gol e autentiche gemme. A fine anno arriva inevitabile il terzo Pallone d’ Oro. Le seguenti stagioni al Barça sono meno esaltanti e, complice un feeling sempre più in calo con allenatori, dirigenti e ambiente, decide di sospendere l’ attività agonistica nel 1978. Torna a giocare in America per un’ esperienza biennale molto remunerativa prima di far ritorno in Spagna, addirittura in Segunda Division nel Levante. Un percorso sicuramente curioso ma che lo riporta a trionfare ancora tre volte nel campionato olandese, con due successi con l’ Ajax e uno con il Feyenoord, dove chiude da campione nel 1984. Per la verità Cruijff arriva ad indossare la maglia di una squadra italiana, quella del Milan ma solo per un’ apparizione al Mundialito per club nel 1981, senza tuttavia venire ingaggiato per il campionato. La sua storia con la propria nazionale è per certi versi travagliata ma ricca di imprese e gesta memorabili cha hanno fatto storia seppur senza alcun trofeo. Il secondo posto nel Mondiale 1974 in Germania regalò al mondo intero una squadra che ha fatto epoca e ingigantito la figura di Cruijff, autentico mattatore anche con la maglia degli Orange. Sarà putroppo l’unica esperienza nella manifestazione iridata dato che decise di non partecipare al mondiale argentino. All’ Europeo del 1976 sembrerebbe sia la volta buona per il primo trofeo olandese a livello internazionale, ma gli orange si piazzano soltanto al terzo posto. Il suo score con la selezione olandese è comunque notevole con 48 presenze e 33 reti: se vi avesse giocato con maggiore frequenza chissà a quale conquista l’ avrebbe potuta portare.


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