Coppa Italia: dalla Juve alla Juve, la Roma si risveglia dal sogno. 3-0 secco, bianconeri in semifinale
(di Alessio Nardo) Fuori uno, fuori due. La Roma, dopo l’Europa (salutata ormai cinque mesi fa), saluta anche il secondo obiettivo stagionale. Allo “Juventus Stadium”, i bianconeri di Antonio Conte, seppur in formazione largamente rimaneggiata, devastano e sovrastano i capitolini, guadagnando l’accesso alle semifinali di Coppa Italia. Giaccherini e Del Piero affondano la difesa giallorossa nel primo tempo, in extremis Kjaer (peggiore dei suoi) confeziona l’autorete del 3-0. Espulso Lamela per fallo di reazione su Chiellini a palla lontana.
Out Buffon, Marchisio e Pepe (nemmeno convocati), Vidal e Matri in panchina. C’è Storari tra i pali, difesa titolare confermata, Marrone e Giaccherini a supporto di Pirlo in mediana ed il trio Del Piero-Borriello-Estigarribia in attacco. Nella Roma, Luis Enrique fa fuori dal 1′ Rosi, Juan e Borini. Al centro della difesa c’è Kjaer con Heinze, sulle fasce agiscono Taddei e José Angel. Gago prende il posto di De Rossi in mediana affiancato da Simplicio e Pjanic. Davanti, Totti punto di riferimento con ai lati Bojan e Lamela. Si parte ed è subito chiara la differenza di ritmo tra le due squadre. La Roma sviluppa un possesso palla blando, la Juve pressa con grinta e riparte. Proprio da una ripartenza al 6′ arriva il gol dell’1-0: Pirlo verticalizza per l’inserimento di Giaccherini, Kjaer è colpevolmente fuori posizione, Simplicio rincorre senza speranza e l’ex esterno del Cesena fulmina Stekelenburg di sinistro. La gestione del campo degli ospiti è a dir poco sterile. Totti non si abbassa ad aiutare il centrocampo, gli esterni spingono male e lasciano ampie voragini ai dirimpettai bianconeri. Lamela è isolato, Bojan non punge, i tre mediani arrancano. La Juve si predispone spesso con la difesa a tre (Barzagli, Bonucci, Chiellini), Lichtsteiner ed Estigarribia rispettivamente avanzano e arretrano, formando un reparto centrale a cinque, lasciando Del Piero in appoggio a Borriello. Al 16′ Kjaer, di testa, spedisce fuori su corner calciato da Totti. Un semplice episodio: alla mezzora la Juventus va sul 2-0. Del Piero approfitta di un rimpallo favorevole al limite dell’area e sfodera un meraviglioso destro a giro sul secondo palo: il pallone tocca la traversa e s’insacca. L’arena juventina esplode ed onora la prima magia stagionale del Capitano. La Roma? E’ tutta in un destro di Gago da fuori (Storari c’è) e in una punizione dalla distanza di Pjanic al lato di un soffio. I padroni di casa in contropiede sfiorano il tris, con Estigarribia che approfitta del buco lasciato da Taddei, concludendo sull’esterno della rete a tu per tu con Stekelenburg.
Luis Enrique, a sorpresa non cambia nulla in avvio di secondo tempo. Si resta con gli stessi uomini e la Juve bada alla copertura. Conte ordina ai suoi di controllare, la Roma non decolla sul piano del ritmo. Taddei, disastroso dietro, è più efficace in proiezione offensiva e al 54′ chiama Storari ad un intervento coi pugni. Borini e Greco rilevano Bojan e Simplicio, nella Juve c’è Matri al posto di Borriello. La contesa, già ampiamente decisa, termina in via definitiva al 68′, quando Lamela scalcia Chiellini a palla lontana. L’arbitro Banti estrae il cartellino rosso ed il “Coco” finisce negli spogliatoi con largo anticipo. Spazio a due differenti standing ovation: di fischi per Totti al 72′ (dentro Perrotta), di applausi per Del Piero al 77′ (c’è Quagliarella). Roma ormai assente e avvilita, Juve ancora feroce e in partita. Quagliarella sfiora il tris all’80′ (traversa da pochi passi) e sei minuti più tardi propizia il goffo autogol di Simon Kjaer: traversone rasoterra da sinistra, intervento in scivolata del centrale danese e Stekelenburg è battuto per la terza volta. Lo “Juventus Stadium” si dipinge di gioia: Conte vola in semifinale. Brusco stop per Luis Enrique, affossato e umiliato. La Roma interrompe la serie di sei risultati utili consecutivi (inaugurata con la Juve in campionato lo scorso 12 dicembre) e si ritrova senza obiettivi, se non il complicatissimo raggiungimento del terzo posto in campionato.