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Coppa Italia: dalla Juve alla Juve, la Roma si risveglia dal sogno. 3-0 secco, bianconeri in semifinale

24 gennaio 2012 925 views Nessun Commento

(di Alessio Nardo) Fuori uno, fuori due. La Roma, dopo l’Europa (salutata ormai cinque mesi fa), saluta anche il secondo obiettivo stagionale. Allo “Juventus Stadium”, i bianconeri di Antonio Conte, seppur in formazione largamente rimaneggiata, devastano e sovrastano i capitolini, guadagnando l’accesso alle semifinali di Coppa Italia. Giaccherini e Del Piero affondano la difesa giallorossa nel primo tempo, in extremis Kjaer (peggiore dei suoi) confeziona l’autorete del 3-0. Espulso Lamela per fallo di reazione su Chiellini a palla lontana.

Out Buffon, Marchisio e Pepe (nemmeno convocati), Vidal e Matri in panchina. C’è Storari tra i pali, difesa titolare confermata, Marrone e Giaccherini a supporto di Pirlo in mediana ed il trio Del Piero-Borriello-Estigarribia in attacco. Nella Roma, Luis Enrique fa fuori dal 1′ Rosi, Juan e Borini. Al centro della difesa c’è Kjaer con Heinze, sulle fasce agiscono Taddei e José Angel. Gago prende il posto di De Rossi in mediana affiancato da Simplicio e Pjanic. Davanti, Totti punto di riferimento con ai lati Bojan e Lamela. Si parte ed è subito chiara la differenza di ritmo tra le due squadre. La Roma sviluppa un possesso palla blando, la Juve pressa con grinta e riparte. Proprio da una ripartenza al 6′ arriva il gol dell’1-0: Pirlo verticalizza per l’inserimento di Giaccherini, Kjaer è colpevolmente fuori posizione, Simplicio rincorre senza speranza e l’ex esterno del Cesena fulmina Stekelenburg di sinistro. La gestione del campo degli ospiti è a dir poco sterile. Totti non si abbassa ad aiutare il centrocampo, gli esterni spingono male e lasciano ampie voragini ai dirimpettai bianconeri. Lamela è isolato, Bojan non punge, i tre mediani arrancano. La Juve si predispone spesso con la difesa a tre (Barzagli, Bonucci, Chiellini), Lichtsteiner ed Estigarribia rispettivamente avanzano e arretrano, formando un reparto centrale a cinque, lasciando Del Piero in appoggio a Borriello. Al 16′ Kjaer, di testa, spedisce fuori su corner calciato da Totti. Un semplice episodio: alla mezzora la Juventus va sul 2-0. Del Piero approfitta di un rimpallo favorevole al limite dell’area e sfodera un meraviglioso destro a giro sul secondo palo: il pallone tocca la traversa e s’insacca. L’arena juventina esplode ed onora la prima magia stagionale del Capitano. La Roma? E’ tutta in un destro di Gago da fuori (Storari c’è) e in una punizione dalla distanza di Pjanic al lato di un soffio. I padroni di casa in contropiede sfiorano il tris, con Estigarribia che approfitta del buco lasciato da Taddei, concludendo sull’esterno della rete a tu per tu con Stekelenburg.

Luis Enrique, a sorpresa non cambia nulla in avvio di secondo tempo. Si resta con gli stessi uomini e la Juve bada alla copertura. Conte ordina ai suoi di controllare, la Roma non decolla sul piano del ritmo. Taddei, disastroso dietro, è più efficace in proiezione offensiva e al 54′ chiama Storari ad un intervento coi pugni. Borini e Greco rilevano Bojan e Simplicio, nella Juve c’è Matri al posto di Borriello. La contesa, già ampiamente decisa, termina in via definitiva al 68′, quando Lamela scalcia Chiellini a palla lontana. L’arbitro Banti estrae il cartellino rosso ed il “Coco” finisce negli spogliatoi con largo anticipo. Spazio a due differenti standing ovation: di fischi per Totti al 72′ (dentro Perrotta), di applausi per Del Piero al 77′ (c’è Quagliarella). Roma ormai assente e avvilita, Juve ancora feroce e in partita. Quagliarella sfiora il tris all’80′ (traversa da pochi passi) e sei minuti più tardi propizia il goffo autogol di Simon Kjaer: traversone rasoterra da sinistra, intervento in scivolata del centrale danese e Stekelenburg è battuto per la terza volta. Lo “Juventus Stadium” si dipinge di gioia: Conte vola in semifinale. Brusco stop per Luis Enrique, affossato e umiliato. La Roma interrompe la serie di sei risultati utili consecutivi (inaugurata con la Juve in campionato lo scorso 12 dicembre) e si ritrova senza obiettivi, se non il complicatissimo raggiungimento del terzo posto in campionato.

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