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Le pagelle di Milan-Juventus: Matri, che veleno. Nocerino turbo inesauribile, Borriello e Pato fantasmi

25 febbraio 2012 1.768 views Nessun Commento

(di Alessio Nardo) Milan-Juve, basta il titolo. Serata da cuori forti a San Siro, con le due regine del campionato protagoniste sotto il cielo meneghino. Tra i rossoneri premiamo l’attento Abbiati (miracolo su Quagliarella), il cattivo Mexés (ottima prestazione difensiva), l’estroso Robinho e ovviamente Antonio Nocerino, goleador di provata fama. Deludono Antonini e soprattutto Pato, un fantasma nel primo tempo. Nella Juve non funziona il centrocampo: Pirlo poco protetto, i due intermedi abbastanza sottotono. Piace Chiellini per grinta e furore, Borriello non ne vuol sapere di ingranare. Il migliore è lui, l’uomo della serata: Alessandro Matri, velenoso e avvelenato, autore di un gol da favola. E magari chissà, da scudetto.

PAGELLE MILAN

CHRISTIAN ABBIATI 7
Da applausi a scena aperta l’intervento su Quagliarella in uscita bassa. Non può nulla sulla prodezza fenomenale di Matri.

IGNAZIO ABATE 6
Scende ben poco, badando alla fase difensiva. Lotta bene, con immenso ardore.

PHILIPPE MEXES 6,5
Il migliore della difesa rossonera. Attento, tenace, sempre sul pezzo, straordinariamente motivato. Mezzo punto in meno per il pugnetto cattivo rifilato all’ex compagno Borriello.

THIAGO SILVA 6
Gioca d’autentico professore per ottantatre minuti. Poi Matri lo brucia. Da campione, da applausi. Ma lo brucia.

LUCA ANTONINI 5,5
Raramente lo si vede scendere lungo il versante mancino, e a differenza di Abate è meno combattivo ed efficiente in copertura.

ANTONIO NOCERINO 7,5
Un turbo inesauribile. Sblocca il risultato, esulta da gladiatore, rincorre chiunque e riparte a cento all’ora in continuazione. L’uomo in più lì a centrocampo.

MARK VAN BOMMEL 6
Finché c’è da far legna, l’olandese è una garanzia. Sempre fastidioso e puntuale nei contrasti, pronto a toglier palla ai dirimpettai. Quando si tratta di impostare, emergono i suoi limiti tecnici.

ALI SULLEY MUNTARI 6
Ogni tanto s’addormenta sul pallone. Gara non entusiasmante, ma c’è da dire che “avrebbe” realizzato il 2-0 se un assistente miope non avesse sbandierato a caso.

URBY EMANUELSON 6
Pur giocando fuori ruolo dimostra di impegnarsi sempre e dare il fritto. Buoni dialoghi con Robinho, discrete giocate. Pian piano si eclissa (dal 72′ MASSIMO AMBROSINI S.V.).

ROBINHO 7
Gli manca solo il gol in una serata di faville, samba e giocate “brasileire”. Diverte il pubblico e regge quasi da solo l’urto del reparto offensivo.

PATO 5
Sgambetta e annaspa senza gloria. Attende invano il pallone della vita, Allegri lo spedisce ben presto in panchina (dal 46′ STEPHAN EL SHAARAWY 5,5 – Parte bene, alla lunga paga l’affievolimento generale del Milan).

ALL. MASSIMILIANO ALLEGRI 7
Studia la Juve e la colpisce con cattiveria, aggressività e ritmo sopra le righe. Il piano perfetto sembra riuscire, ma quando la stanchezza affiora emerge il carattere dei bianconeri. E la partita finisce 1-1. La corsa scudetto è ancora lunga, evapora tuttavia il sogno di interrompere la serie positiva della Juventus in campionato. Ricordiamo che era privo di Ibra e Boateng…

PAGELLE JUVENTUS

GIANLUIGI BUFFON 6,5
La deviazione di Bonucci su tiro di Nocerino lo mette fuori causa. Provvidenziale sull’incornata di Mexés al 25′, non altrettanto sul successivo tap in di Muntari. Ma per sua fortuna l’assistente Romagnoli vien tratto in inganno…

ANDREA BARZAGLI 6
Fatica più del solito, ma se la cava. Partita di temperamento.

LEONARDO BONUCCI 4,5
Disastroso nei primi quindici minuti, quando regala palle su palle agli attaccanti del Milan, mettendo (due volte) lo zampino sul vantaggio rossonero. Va meglio nei restanti 75′, anche perché andar peggio era oggettivamente impossibile.

GIORGIO CHIELLINI 7
Una delle anime calde della Juventus. Non è simpatico agli avversari (ad Ambrosini in particolare) ed è normale. Un giocatore del genere, sempre tosto, cattivo, ruvido, spesso scomposto ma tremendamente efficace, fa rabbia non averlo dalla propria parte.

STEPHAN LICHTSTEINER 6
Cerca di azionarsi frequentemente nel corso del primo tempo. Arretra e sta più sulle sue nella ripresa.

ARTURO VIDAL 5
Più dinamico e presente di Marchisio, va spesso al tiro con risultati a dir poco deludenti. Nel finale rimedia il rosso per fallo da dietro su Van Bommel.

ANDREA PIRLO 5,5
Non accende la luce con costanza. Si concede lunghe pause e alcuni errori, pur mantenendo inalterata la capacità di dettare i tempi del gioco juventino.

CLAUDIO MARCHISIO 5
Conferma di vivere un periodo di fisiologico appannamento. Disputa una partita di sacrificio, sostanzialmente anonima.

MARCELO ESTIGARRIBIA 6
Nei primi 45′ la Juventus riparte più dal suo versante che a destra. Qualche buona discesa ed il cambio, per questioni tattiche, nel secondo tempo (dal 46′ SIMONE PEPE 6,5 – L’assist a Matri per l’1-1 basta e avanza. Pagnotta portata a casa).

FABIO QUAGLIARELLA 5,5
Soffre la mancanza d’intesa con Borriello. A volte si decentra, cercando palle buone, non trovandole. Ha una sola vera chance in tutta la partita e calcia su Abbiati in uscita, prima di lasciare il posto a Matri (dal 69′ ALESSANDRO MATRI 7,5 – Entra con un veleno ed una voglia pazzesca di sbranare il campo. Segna un gol in dubbio fuorigioco e ne realizza un altro, regolarissimo e stupendo. La gemma che regala alla Juve un pari d’oro).

MARCO BORRIELLO 5
Non ha grande dinamismo e si ritrova sempre inghiottito nella morsa dei centrali milanisti. Esce col sudore (ed un pugno incassato da Mexés), ma sembra aver ormai perso il feeling non col gol, ma col tiro in porta…(dal 54′ MIRKO VUCINIC 5,5 – Altro ex romanista, altra bella delusione. Poco determinato nei contrasti, recita il ruolo di comparsa come spesso gli accade).

ALL. ANTONIO CONTE 5,5
Anche i migliori sbagliano. E Conte, fin qui il miglior tecnico della Serie A, “toppa” alcune scelte nella serata più importante. Non è un caso che decida di stravolgere in corso d’opera modulo e scelte individuali, riuscendo a modificare il corso degli eventi. Mantiene l’imbattibilità stagionale, ma la sua Juve inizia ad arrancare un po’ troppo.

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