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Le pagelle di Roma-Lazio: Mauri, il pilastro che mancava. Bene Totti e Borini, José Angel giocatore “inutile”

4 marzo 2012 1.509 views Nessun Commento

(di Alessio Nardo) Quattordici anni dopo, riecco il dominio Lazio nei derby. Certo, il quattro su quattro targato Eriksson del 1997-1998 (nei confronti di Zeman) è irripetibile, ma anche un bel due su due fa il suo effetto, soprattutto dopo cinque sconfitte consecutive. Trionfo meritato, con Stefano Mauri sugli scudi. Il rientro del centrocampista ha cambiato volto alla squadra: suo il gol decisivo. Hernanes luci e ombre, Klose si vede meno del solito. Utili gli apporti di Gonzalez, Ledesma e Matuzalem. E della Roma, cosa salviamo? Certamente Juan, aldilà della distrazione sul 2-1 laziale. Il brasiliano gioca alla grande, con classe e disinvoltura, rispondendo ai beceri attacchi della Nord. Da premiare anche l’ottimo impegno di Borini (9° gol stagionale) e Totti, assolutamente insufficienti le prestazioni di Simplicio, Pjanic e soprattutto José Angel. Il terzino spagnolo non impensierisce mai Scaloni, dimostrandosi “inutile”. Il vero confronto, in panchina, lo vince “nonno” Reja. Caro Luis Enrique, tutti i numeri ormai sono contro di te. Non hai più alibi, né giustificazioni.

PAGELLE LAZIO

FEDERICO MARCHETTI 6
Non può evitare il gol di Borini. Impegnato solo in qualche uscita, gli attaccanti della Roma non lo chiamano in causa.

LIONEL SCALONI 6
Gioca con gran voglia, controllando l’impalpabile José Angel. Rimedia un giallo nel primo tempo ed un altro in extremis: sotto la doccia.

GIUSEPPE BIAVA 5,5
Lotta ma va spesso in affanno. Ammonito, rischia anch’egli il rosso.

ANDRE’ DIAS 6,5
Lucido ed energico, non fa passare granché dalle sue parti.

JAVIER GARRIDO 6
Si ritrova titolare nel derby e forse, qualche tempo fa, non l’avrebbe nemmeno sognato. Lamela, potenziale brutto cliente, esce subito. Da lì in poi si tratta solo di controllare, senza sfondare troppo.

ALVARO GONZALEZ 6,5
Motorino inesauribile, sbaglia qualcosa nell’ultima rifinitura ma lavora tantissimo per la squadra.

CRISTIAN LEDESMA 6,5
Regia lucida (seppur lenta). Calcia la punizione che porta al gol di Mauri.

FRANCELINO MATUZALEM 6,5
Tanta corsa, muscoli d’acciaio. Un giocatore con le palle in mezzo al campo. Esattamente ciò che la Roma non ha.

HERNANES 6
Segna di classe e precisione il rigore, dimostra qualità nella falcata ed è sempre decisivo. Il gol sbagliato a metà ripresa però grida vendetta. Un grande come lui non può fallire pallegol del genere, in partite così importanti e delicate (dall’87′ MODIBO DIAKITE’ S.V.).

STEFANO MAURI 7
Quant’era mancato alla Lazio questo giocatore! Troppo importante per qualità fisiche, tattiche e tecniche. Si inserisce alla grande sulla punizione di Ledesma e trafigge Lobont in spaccata (dall’85′ EMILIANO ALFARO S.V.).

MIROSLAV KLOSE 6
Guadagna il rigore che sblocca il risultato. Per il resto fatica a rendersi pericoloso, pur correndo molto.

ALL. EDY REJA 7
Ne aveva persi quattro di fila, ora ha dimezzato lo svantaggio. Edy Reja è il vero vincitore di questo preciso momento storico. Continua a far volare la Lazio, regalandole due successi su due contro la Roma in stagione. 2-1 meritato, altra batosta al giovane collega Luis Enrique, spedito a dieci punti di distacco in classifica.

PAGELLE ROMA

MAARTEN STEKELENBURG S.V.
Uscita kamikaze su Klose. Forse poteva far meglio. Anzi, senza forse.

RODRIGO TADDEI 6
Sbaglia parecchi appoggi, è vero, ma ci mette l’anima. Viene spostato nuovamente a destra, dove fatica sempre (ma Luis Enrique non se ne accorge…) e dà il fritto. Nella ripresa è stanchissimo ma continua a spingere. Ammirevole.

JUAN 7
Perde la marcatura sul gol di Mauri, è vero. Ma senza il brasiliano, la Roma di gol ne avrebbe incassati il doppio (o il triplo). Là dietro è il migliore, le prende quasi tutte con eleganza e spessore. In più, si carica sentendo i buh razzisti della Nord. Solo un infortunio, l’ennesimo, ne placa l’insolito spirito guerriero (dal 77′ BOJAN KRKIC 6 – Entra con ardore. Un paio di strappi importanti).

GABRIEL HEINZE 5,5
Molto ruvido e granitico, non si può certo rimproverare sul piano dell’impegno. Incappa in qualche sbavatura. Da un suo fallo su Matuzalem nasce il gol del 2-1.

JOSE’ ANGEL 5
Il cinque è di stima. Spreca l’ennesima chance con una partita inconsistente. Non affonda (e davanti aveva Scaloni, non Djalma Santos), difende male, non combina mai niente di utile.

FABIO SIMPLICIO 5,5
Un altro che s’impegna, ma i risultati sono quelli che sono. Lento, lentissimo e distratto quando serve orizzontalmente Hernanes, dando il via al contropiede laziale sprecato dal Profeta.

DANIELE DE ROSSI 5,5
Amministra la sua zona di campo con diligenza, ma potrebbe fare di più. Lo si vede poco in avanti nel finale, quando i leader son chiamati a salire in cattedra.

MIRALEM PJANIC 5
Inizia già acciaccato, ma non può essere una valida giustificazione. Il bosniaco pascola per il campo senza meta. Tocca due o tre palloni in tutto e in fase di pressing è zero (dal 57′ MARQUINHO 6 – Atleticamente è ancora indietro. Dal suo mancino, comunque, nascono le due pallegol della Roma di Totti e Borini, nel finale).

ERIK LAMELA S.V.
Guadagna un angolo in avvio. Questa è la sua partita (dal 9′ BOGDAN LOBONT 6 – Torna in campo dopo un girone intero, prende due gol e perde il derby).

FRANCESCO TOTTI 6,5
Ritrova il derby dopo un anno e gioca con personalità. I compagni lo assistono poco, lui arretra per trovare palle giocabili e dai suoi piedi nasce sempre qualcosa d’interessante. Nella ripresa va due volte vicino alla marcatura: prima con un destro da fuori, poi di testa, nel sofferto finale. Perde ma esce a testa alta, da capitano vero.

FABIO BORINI 6,5
Segna il nono gol della sua stagione, carica compagni e tifosi, dà il massimo. Nella ripresa è stanco e la lucidità viene meno, ma non molla fino all’ultimo. Un guerriero.

ALL. LUIS ENRIQUE 4
Il voto è per la stagione. Non servono giri di parole, grandi discorsi. Bastano i numeri: la sua Roma è a dieci punti di distacco dal terzo posto in classifica, ha perso due derby su due, è uscita dall’Europa ad agosto (con lo Slovan Bratislava) e dalla Coppa Italia a gennaio, umiliata dalla Juventus. Il fallimento è totale, completo, brutale. Gli imbonitori possono blaterare quanto vogliono, ma i dati di fatto sono questi. E questi restano.

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