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INTERVISTA: La Lazialità dal punto di vista di Paolo Signorelli!

6 aprile 2016 3.100 views Nessun Commento

Intervista realizzata da Emanuele Tiso

Intervistiamo oggi, in esclusiva su Magic Football, Paolo Signorelli, attualmente  giornalista, ex frequentatore della Curva Nord della Lazio e speaker della Voce della Nord

In primis, caro Paolo, benvenuto in redazione; in questi giorni sta tenendo banco l’iniziativa “emozione Lazio” al fine di avere un dialogo tra Claudio Lotito  ed alcuni storici ed illustri tifosi laziali capeggiati da Enrico Montesano. Cosa ne pensi?

Su questo argomento, “Emozione Lazio” appunto, posso dire che è una bella iniziativa. C’è stato qualche errore di comunicazione iniziale, ma ora tutto sta procedendo per il meglio. Lavorando con Guido Paglia (uno dei promotori dell’iniziativa) come giornalista ed avendo anche contatti con la curva, posso dire che si può arrivare ad un punto di incontro. Altrimenti arrivederci e grazie. Conoscendo il carisma e la lazialità di alcuni dei componenti del gruppo di lavoro, sono sicuro che raggiungeranno validi obiettivi. Il loro modo di vedere e soprattutto di agire di discosta, in base anche ai ruoli, da quello della curva come è giusto che sia; la curva in ogni caso ha ricevuto richiesta, da parte degli organizzatori di “emozione Lazio”, di attenzione e partecipazione nei confronti dell’evento. Staremo a vedere

Come potrebbe, la società, considerato anche l’apporto ed il calore che la tifoseria offre alla squadra, mediare con le istituzioni per la rimozione delle barriere imposte su iniziativa del prefetto Gabrielli?

Per quanto riguarda le barriere, la battaglia per la loro rimozione è cominciata su iniziativa della Curva Nord che ha preso la dolorosa scelta di abbandonare lo stadio. Si parla, si vocifera riguardo la loro asportazione. Questo risultato sarebbe certamente frutto del comportamento della curva, questo va sottolineato. Se ci fosse poi un apporto da parte di personaggi che esprimendo dissenso per questo provvedimento del prefetto, diffondessero un messaggio di sostegno alla Curva, ben venga! Ribadisco, tuttavia, che la curva ha iniziato questa battaglia ed intende portarla a termine.

Ogni qualvolta si tocchi il tema delle curve e soprattutto di chi le frequenta si parla degli ideali politici estremisti che le pervadono e portano, quindi, secondo l’opinione pubblica solo orde di violenza ed inciviltà. Spesso chi osserva da fuori non sa effettivamente quanto la curva rappresenti un luogo di aggregazione dove non esiste estrazione sociale ma solo condivisione di una fede. Essendo appunto un luogo aggregativo credo sia giusto anche che al suo interno si sviluppino anche determinati ideali. Cosa ne pensi?

Sulla politica, diciamocela tutta, quella vera, si faceva negli anni ’90 nelle sezioni che erano sparse in tutta Roma e che il tifoso laziale cercava di riproporre portando avanti un discorso ultràs legato alla politica stessa, cosa che riusciva bene. Ora la politica è stata “cacciata” dalle curve ed oggettivamente credo ci sia un tempo per tutto e questo non è più quello della politica in Curva. I politici che parlano della curva laziale come di un ambiente razzista, xenofobo ecc. evidentemente in curva non sono mai andati, nel momento in cui, infatti, vengono ad appellarsi agli “ululati” o ai “buu” stanno trovando solo una scusa per gettare fango sulla tifoseria in quanto più che razzismo in quel caso si parla di scherno, di prese in giro. Sono diventati vietati, però, dunque sta anche all’intelligenza del tifoso non farli. Purtroppo questi giudizi espressi senza alcuna cognizione di causa contribuiscono, come già detto, a condizionare l’immaginario collettivo in modo negativo rispetto la Curva. Inoltre a rincarare la dose pensa spesso il nostro presidente con affermazioni del genere di quelle pronunciate non molto tempo fa riguardo la prostituzione e lo spaccio nel settore più caldo dello stadio. Ciò unito allo svuotamento dello stadio, dovuto ovviamente alla protesta contro le barriere, ha certamente contribuito, per mano di persone che allo stadio non ci sono mai andate, ad allontanare dalla curva quella parte sana della tifoseria.

Parlando di politica nelle curve e più in generale di politica, vorrei chiederti se ti andasse di condividere con noi un ricordo di tuo nonno, anche lui Paolo Signorelli, come tifoso e come uomo politico, si può dire che effettivamente sia stato lui a trasmetterti il tuo amore per la Lazio?

Riflettendo sulla figura di mio nonno, comincio col dire che aver avuto al mio fianco una persona del suo spessore mi ha certamente formato culturalmente ma anche nell’ambito lavorativo. Una persona di un’immensità che può essere capita solo di chi effettivamente lo ha conosciuto mentre coloro i quali questa fortuna non l’hanno avuta possono solo lontanamente immaginarlo. Ovviamente era un tifoso della Lazio, ma ha “sprecato” la maggior parte delle sue energie nel perseguire il suo ideale politico, i suoi valori, a non abbassare mai la testa di fronte a nulla nonostante ci abbiano provato in ogni modo a farlo cadere. Al termine della sua ingiusta vessazione, le esperienze della quale sono raccontate in un libro che consiglio di leggere intitolato “Di professione imputato”, ha cominciato a frequentare con me, quando ancora ero piccolo la curva e di aneddoti da raccontare su di lui ce ne sono molti. Uno che non posso fare a meno di citare riguarda il suo ingresso in curva, tutti stavano accalcati e ci stava la ressa ma quando entrava lui ognuno lasciava libero il passaggio e c’era chi gridava “levatevateve, fate passà er Profesore” oppure mi viene in mente quando offriva sigari ai giovani sugli spalti raccomandandosi di fumare quelli piuttosto che l’erba.

Si è parlato alcune volte a sproposito da parte dei media di Gabriele Sandri, tali voci sono smentite dalle sue numerose amicizie e lo stile di vita allegro e gioviale che erano fondamentali per il suo lavoro, ossia quello di DJ in alcuni dei più rinomati locali della Capitale. So che eravate legati da un rapporto di amicizia e soprattutto dalla stessa fede per la Lazio; puoi descrivermi Gabriele e raccontare un aneddoto che vi lega?

Ho avuto la fortuna di conoscere Gabriele ed alcuni miei amici hanno avuto quella di poterlo vivere ancora più intensamente. È stato certamente un amico al quale ho voluto molto bene; abbiamo fatto delle trasferte insieme, ricordo ad esempio quella di Brema durante la quale mandò agli amici più stretti un messaggio dicendo: “ Brema trema.. arrivano i porcini biancocelesti!”. È sconvolgente, assurdo, inspiegabile quello che gli è successo e nemmeno la condanna, fortunatamente sovvertita in appello e successivamente in cassazione, inferta a Spaccarotella può effettivamente rendere giustizia a Gabriele, quello lasciato da lui sarà un vuoto che rimarrà per sempre.

Secondo te, conoscendolo, un calciatore passionale e tifoso come Di Canio quanto sarebbe servito in un momento storico della Lazio così complicato nel quale magari dei giocatori di carisma come lui, cacciati malamente dalla società, avrebbero potuto magari ricompattare l’ambiente per tenerlo vicino alla squadra?

Con Paolo ho sempre avuto un amicizia stretta che con il tempo è andata, purtroppo, perdendosi. È chiaro che un uomo con il suo carisma, anche se fosse sceso in campo ora a 45 anni, avrebbe dato un apporto fondamentale in ottica derby soprattutto sotto il punto di vista della mentalità; ovviamente il tifoso laziale è incompatibile con Lotito e ciò è dimostrato anche dal modo in cui si è interrotto il rapporto tra il giocatore e la società.

Dopo ogni stagione fallimentare la società tenta di spostare il focus dei tifosi sul calcio mercato proponendo dei nomi che possano generare distrazioni nell’ambiente della curva. Cosa pensi dei nomi recentemente accostati alla società biancoceleste ad esempio Milik, Fernando Torres, Immobile e Tonelli?

Parlare ora, di una società come la Lazio, in ottica mercato è totalmente inutile. Tutti i nomi che si leggono sono nomi lanciati dai procuratori per fare in modo che vengano venduti più giornali e che lieviti il prezzo dei loro assistiti; ritengo che non ci siano trattative concretamente avviate anche in base al consueto operato della società che ormai è sotto gli occhi di tutti. Di tutti i calciatori nominati ora la società, probabilmente, non ne prenderà nessuno e si getterà a capofitto alla ricerca di giocatori totalmente diversi; la speranza che il presidente Claudio Lotito faccia una squadra forte non muore mai. Una manifestazione pacifica indetta dalla Curva per protestare contro la mala gestio lotitiana credo rappresenti l’ultimo bonus che la società abbia per ricucire uno strappo con la tifoseria. Uno dei bisogni primari attualmente è quello, infatti, di ricompattare la tifoseria. È giusta ogni contestazione nei confronti della presidenza ma ripeto che il primo obiettivo deve essere quello di ricompattare la tifoseria, altrimenti di questo  passo non si avranno più bambini laziali; bisogna tramandare i valori e gli ideali. Per tramandare il sentimento di lazialità alle nuove generazioni occorre seppellire l’ascia di guerra che ha spaccato la tifoseria ed unirsi.

Ultima domanda, come è cambiato il tifo organizzato da quando hai cominciato a frequentare la curva ad oggi?

Ho espresso questo concetto anche in precedenza soffermandomi sul fatto che lo stadio, vissuto al netto di tutte queste restrizioni, senza quindi poter portare in Curva megafoni, striscioni, fumogeni e torce, abbia contribuito ad una evidente metamorfosi nel modo di tifare. Ora l’Olimpico più che uno stadio somiglia ad un teatro. Nonostante ciò un valido gruppo di ragazzi cercano di mantenere vivo il tifo laziale sobbarcandosi i problemi che derivano dalla violazione di queste restrizioni, tali impedimenti creano addirittura difficoltà nell’arginare ad esempio il fenomeno degli “uluati” in quanto con l’ausilio di mezzi di amplificazione sarebbe molto più facile stoppare l’euforia di chi non segue le regole della Curva stessa. A discapito di tutte queste situazioni complesse per il tifoso laziale, la fede è forte ed è testimoniato ciò dalla grande presenza di ultràs laziali che accompagnano in trasferta la squadra; questo contribuisce senza dubbia a mostrare l’attaccamento per la squadra.

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